CHI SIAMO

Il Coordinamento Genitori Democratici è un'associazione nazionale che, ispirandosi ai valori di laicità, democrazia, libertà e uguaglianza della costituzione repubblicana, promuove nella famiglia, nella scuola e nella società il pieno riconoscimento del diritto delle bambine e dei bambini, delle adolescenti e degli adolescenti ad essere considerati persona, a crescere in piena autonomia, salute, dignità e favorisce l'affermazione di una nuova cultura dell'infanzia e dell'adolescenza. Il C.G.D. promuove la cultura della pace e della non violenza e opera per fini di solidarietà e di promozione culturale, sociale e umana nella consapevolezza che i problemi dell'infanzia e dell'adolescenza possono essere risolti solo nella prospettiva di un diverso rapporto tra il nord e il sud del mondo, di un comune impegno per la difesa della natura e dell'ambiente, del rispetto e della valorizzazione delle diversità etniche, culturali e religiose, del pieno riconoscimento dei diritti dei deboli e degli svantaggiati.

venerdì 4 marzo 2011

Vademecum della manifestazione del 12 Marzo

La manifestazione è aperta a chiunque creda che la Costituzione sia una somma di diritti e di doveri per tutte le cittadine e tutti i cittadini, che sono sovrani nel proprio paese, come sancito dall’Art.1.

  • La manifestazione è organizzata per difendere i valori della legalità repubblicana – troppo spesso impunemente violati – e della dignità costituzionale che non dev’essere calpestata.
  • La manifestazione vuole ribadire la necessità della certezza del diritto, che  è  il primo bene pubblico indispensabile per ciascun cittadino, di qualunque schieramento. Per questo motivo si preferisce non vi siano simboli riconducibili a partiti o sindacati, nel rispetto dell’iniziativa che vuol’essere trasversale ed aperta a chiunque vi si riconosca.
  • La manifestazione si rivolge a tutte e tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, come sancito dall’Art.3, perché la Costituzione è di tutte e tutti e dev’essere protetta e difesa da cittadine e cittadini, giovani e meno giovani. Sempre.
  • La manifestazione è più bella se avremo tra le mani un tricolore e una costituzione con i quali urleremo ‘basta’ a chi continua ad anteporre interessi privati al bene comune del nostro paese.
  • Porta con te alla manifestazione la Costituzione scarica e stampa l’immagine

MANIFESTAZIONE DEL 12 MARZO 2011

A difesa della Costituzione. Se non ora, quando?

InA difesa della costituzione su 19/02/2011 a 19:02
Di fronte ad un Presidente del Consiglio che dice “questa volta nessuno mi potrà fermare”, usando tono e parole da resa dei conti più adeguati ad un film d’azione degli anni ’80 (un brutto film, tra l’altro) che ad un civile dibattito istituzionale, le possibilità sono poche.
Una è pensare che abbia ragione, che faccia bene, che questo piglio deciso possa cambiare in meglio il paese. Chi pensa ciò, è pregato di uscire ora di casa, e di guardare quel pezzettino d’Italia che gli sta attorno. Vede un paese sereno, speranzoso, che guarda con ottimismo e fiducia al domani? Se sì, allora credo sinceramente che faccia bene a stare lì dove si trova, a lasciare che il Presidente del Consiglio vada avanti pretendendo che nessuno lo fermi. Stia lì, per favore, perché se sta lì forse farà meno danni.
Chi invece vede un paese stanco, stremato, impaludato in una crisi economica e, soprattutto sociale, forse dentro di sé sente di voler fare qualcosa, qualcosa che serva, ma non sapendo bene cosa fare, esita. Oppure discute, cerca di capire, si confronta: sta fermo, però dialoga con chi gli sta attorno tentando di trovare una soluzione. Entrambi gli atteggiamenti hanno una cosa in comune, però: si resta fermi mentre chi dice “questa volta nessuno mi potrà fermare” va per la sua strada, con al seguito i servitori che è riuscito ad arruolare o quei cittadini che, bontà loro, sono convinti che faccia bene.
Noi non pensiamo che un Presidente del Consiglio che dice “questa volta nessuno mi potrà fermare” abbia ragione. Noi pensiamo, con tutte le umane imperfezioni delle nostre parole e dei nostri intenti, con tutta la confusione, l’incertezza, le contraddizioni, le paure del caso, che un discorso del genere sia eversivo.
Eversivo perché quel “nessuno” comprende pezzi di istituzioni come Corte Costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura, Parlamento, Presidenza della Repubblica; comprende pezzi del paese come l’Università, le redazioni dei giornali, i blogger, i teatri. E queste cose non sono “nessuno”: sono ciò che contribuisce a rendere l’Italia una democrazia. E, quando si parla di istituzione, bisogna ricordare che sono ben più importanti delle persone che le rappresentano. Sono edifici i cui inquilini cambiano periodicamente, magari dimostrandosi non all’altezza, ma le fondamenta di questi edifici devono essere maneggiate con estrema cautela: di sicuro non possono essere trattate come un ostacolo dai rappresentanti di altre istituzioni.
Ogni volta che ciò succede esse vacillano, e ogni volta si rischia un crollo. E in Italia, negli ultimi vent’anni, esse hanno vacillato di continuo, tanto che ormai molti pensano che sia normale. Invece non lo è, non lo è mai. Non è con questo spirito che sono state erette. È per questo che abbiamo deciso di mobilitarci.
Noi, i nostri dubbi, le nostre paure, ma anche le nostre speranze, la nostra sofferta aspirazione ad un paese in cui il domani non sia un orizzonte carico di angoscia e l’oggi una cappa asfissiante. Noi, gli errori che probabilmente commetteremo, ma che ci daranno la possibilità, affrontandoli strada facendo, di diventare persone migliori.
Si può pensare che le manifestazioni non servano, che non serva mobilitarsi, perché manifestare, protestare sono altra cosa rispetto alla politica. Ditelo agli egiziani. Ditelo ai tunisini, agli albanesi. Ditelo a chi è dovuto arrivare alla disperazione più nera e totale, prima di trovare la forza di superare le divisioni, le perplessità e i dubbi, peraltro legittimi, anzi. Perché non si tratta, ora, di stare dalla parte giusta, di capire chi sono i buoni e chi i cattivi, come se esistesse una linea netta che li separa. Si tratta, più semplicemente, di immaginarci da qui a venti, trent’anni, e di immaginare quale Italia vorremo raccontare ai nostri figli e ai nostri nipoti, e di pensare a che cosa risponderemo quando ci verrà chiesto “tu dov’eri?”, “che cosa facevi?”.
Matteo PascolettiValigia Blu

DALLA REPUBBLICA DEL 3 MARZO 2011

ABBIAMO SCELTO LA SCUOLA PUBBLICA PERCHE'...................

In attesa di scendere ancora in piazza, sul nostro sito le  frasi più belle e più interessanti  dei nostri genitori che rispondono alla domanda: “Abbiamo scelto la scuola pubblica perché…”
Cliccate sul titolo di questo post per leggere e aggiungere le vostre frasi.

90 Commenti a “Abbiamo scelto la scuola pubblica perchè…”

  • Monica:
    Ho scelto la scuola pubblica perchè io sono un prodotto di essa e mi hanno “insegnato” i valori della democrazia, oggi la scuola pubblica ha bisogno di aiuto ma è sempre la stessa: libera, democratica, seria e ricca di insegnanti competenti che” insegnano ” l’ugualianza e non fanno distinzioni tra classi sociali; questo voglio che venga “insegnato” a mia figlia.
  • ada aguglia:
    perchè è una conquista democratica, un luogo di confronto, un laboratorio di idee, di esperienze, di incontro culturale fra diversi, un luogo dove si cresce davvero, che nessuno dovrebbe toglierci, visto che gli spazi liberi sono sempre di meno.
  • claudia:
    Ho scelto la scuola pubblica perchè dovrebbe essere laica, apolitica e multietnica insomma dovrebbe essere portatrice dei valori della Costittuzione e non solo di alcune minoranze o maggioranze.
  • antonella:
    xchè non ne conosco un’altra, xchè ci distingue da chi ci ignora, xchè ci eleva per le nostre capacità puittosto che x il nostro status, xchè ci aiuta nella diversità, apprezzando ogni individuo in quanto tale facendo delle proprie debolezze un arricchimento, xchè solo partendo dal basso si può essere motivati e sentirsi liberi!
  • antonella:
    perchè ci distingue dalle altre classi sociali, ci rende liberi di essere ciò che siamo, ci accomuna nelle diversità, ci fa crescere nella uguaglianza, ma innanzitutto ci separa da chi non ci apprezza e ci avvicina a chi come noi sa da dove viene il nostro essere figli del mondo…quello libero,noi!
  • Nadia M.:
    Perchè vivo nella democrazia.
    E non conosco modo migliore di praticarla ogni giorno, se non attraverso la scuola pubblica.
  • gianfranco sasso:
    non ho scelto la scuola pubblica, ma sono pronto a dare la vita perchè esista!
  • marta e sergio:
    abbiamo sempre scelto la scuola pubblica perchè crediamo nel diritto allo studio, perchè è l’unica che garantisca pari opportunità, perchè nonostante il momento drammatico è l’unica che ancora offre una seria prepaazione, grazie a tante persone che resistono e lavorano con reale dedizione.
    abbiamo scelto la scuola pubblica per i nostri figli perchè vogliamo credere che cresceranno come consapevoli individui nelle loro scelte e nel rispetto di quelle altrui, in uno stato democratico che abbia a cuore la loro istruzione che gli dovrà essere sempre garantita
  • barbara e massimo:
    è libera, democratica, preparata e competente
  • Cristina:
    Ho scelto la scuola pubblica appunto perchè “pubblica” credevo significasse per tutti. credevo significasse vi posso partecipare, credevo significasse fare del proprio meglio comunque… ci credo ancora, rinascessi cento volte per i miei figli vorrei comunque una scuola pubblica, dove sentirmi una persona, non una “GRIFE”.
  • Anonimo:
    E’ importante frequentare la scuola pubblica perchè tutti i cittadini hanno la possibilità di avere una istruzione ed educazione, cosa che nella scuola privata non avviene in quanto vengono selezionati alunni in base al reddito dei genitori.

SCIOPERO DEL 12 MARZO--COMUNICATO STAMPA CGD NAZIONALE

Comunicato stampa
Il Coordinamento genitori Democratici aderisce allo sciopero del 12 marzo e sarà in piazza con i lavoratori perché crede nella necessità di costruire un futuro per il nostro paese con particolare attenzione alle giovani generazioni.
Perché vuole respingere l’attacco violento all’intero sistema formativo pubblico italiano che va inesorabilmente trasformandosi in un sistema pubblico-privato che nega il diritto di tutti e può garantire solo alcuni; un sistema che per sopravvivere deve fare ricorso alle tasche dei genitori per garantire quello che la Costituzione garantiva a tutti i bambini e le bambine di questo paese.
Perché sappiamo che il futuro di un paese si costruisce con politiche investimento sulla conoscenza e politiche di accoglienza e di lotta alle nuove schiavitù.