CHI SIAMO

Il Coordinamento Genitori Democratici è un'associazione nazionale che, ispirandosi ai valori di laicità, democrazia, libertà e uguaglianza della costituzione repubblicana, promuove nella famiglia, nella scuola e nella società il pieno riconoscimento del diritto delle bambine e dei bambini, delle adolescenti e degli adolescenti ad essere considerati persona, a crescere in piena autonomia, salute, dignità e favorisce l'affermazione di una nuova cultura dell'infanzia e dell'adolescenza. Il C.G.D. promuove la cultura della pace e della non violenza e opera per fini di solidarietà e di promozione culturale, sociale e umana nella consapevolezza che i problemi dell'infanzia e dell'adolescenza possono essere risolti solo nella prospettiva di un diverso rapporto tra il nord e il sud del mondo, di un comune impegno per la difesa della natura e dell'ambiente, del rispetto e della valorizzazione delle diversità etniche, culturali e religiose, del pieno riconoscimento dei diritti dei deboli e degli svantaggiati.

martedì 19 gennaio 2010

FIRMIAMO PER FERMARE LA "RIFORMA" DEL LICEO SCIENTIFICO

Appoggiamo quanto scritto dai docenti del liceo scientifico di Pisa
per firmare andare su www.firmiamo.it

La riforma della scuola secondaria superiore procede a tappe forzate per poter entrare in vigore nell'anno scolastico 2009 - 2010.
Ma si tratta di una vera riforma?
Siamo docenti del liceo scientifico “U. Dini” di Pisa, che a partire dagli anni '70 ha messo in atto un processo di rinnovamento e sperimentazione che gli ha consentito di “indossare” a buon diritto l'aggettivo che lo qualifica: una sperimentazione di Scienze, l'introduzione del Piano Nazionale Informatica per la Matematica prima e poi per la Fisica hanno costruito un quadro orario che ha tentato di rimediare al forte squilibrio esistente nella scuola gentiliana fra sapere umanistico e sapere scientifico, in modo da poter fornire agli studenti una preparazione completa e più rispondente alle richieste della società attuale, fortemente permeata di cultura scientifica. Tutto ciò è avvenuto senza rinunciare alla caratteristica di licealità, cioè senza trasformare l'impianto culturale della scuola curvandolo verso obiettivi ed interessi più applicativi, ma prefigurando invece una tipologia di studente in uscita pronto a proseguire gli studi nell'Università sia in ambito scientifico che umanistico.
La "riforma" che ci attende è destinata a distruggere tutto questo: delle diciassette ore settimanali che il nostro liceo vedrà sparire nel quinquennio ben dodici saranno di materie scientifiche (il quadro orario del biennio passerà da 32 ore settimanali a 27, quello del triennio da 32/33 a 30). Sparirà dal biennio del liceo l'insegnamento della Fisica che il PNI prevedeva, si perderà un'ora di Matematica in ciascuna classe del triennio, e subiranno tagli anche le Scienze (tre ore settimanali nell'arco del quinquennio). Si tornerà al grigiore di un liceo scientifico simile a quello gentiliano, con la differenza che quello fu istituito nel 1923, quando forse non era così palese, come invece è oggi, il bisogno di cultura scientifica per il nostro Paese.
Nessuno potrebbe affermare che oggi si possa fare a meno di una crescita rapida e diffusa della conoscenza scientifica, non solo per i valori di spirito critico, libertà di opinione, rispetto della razionalità che essa porta con sé, ma anche per le ricadute in termini di benessere, possibilità economiche, dignità a livello internazionale che da essa derivano. Questa opinione comune non trova corrispondenza in alcuna delle scuole che la proposta di riforma ci mette davanti.
Noi riteniamo infatti che in Italia mancherà una scuola scientifica pubblica di buon livello, si chiuderanno definitivamente e senza averle sottoposte a vaglio critico tutte le sperimentazioni, quelle inutili, ma anche quelle utili e necessarie, quali erano ad esempio i PNI. Gli esiti possibili sono due: un Paese che diminuisce la sua preparazione scientifica media, già inferiore a quella di molti altri paesi, oppure un Paese che fa passare la sua preparazione scientifica attraverso scuole di eccellenza, ma non pubbliche.
Nessuna di queste due alternative ci piace. Chiediamo a chi ha il potere di decidere le sorti della scuola di riflettere sul passo che si sta per compiere e di pensare a ipotesi diverse.

30% ALUNNI STRANIERI

DUBBI SULLA CIRCOLARE GELMINI
La circolare ministeriale che fissa al 30% la presenza di alunni stranieri nelle classi è il solito provvedimento di facciata non supportato da una seria riforma.
Le scuole dovranno individuare gli alunni in esubero e “consigliare”loro di migrare verso altra scuola e non è detto che sarà la meno lontana quella che potrà accoglierli. Chi provvederà al loro trasporto gratuito ,visto che i bambini stranieri vanno a piedi alla scuola del proprio quartiere ?
Come si risolverà il problema nei piccoli centri?
E’certo che si integrerà un bambino che ha frequentato la scuola d’infanzia in un quartiere e nel momento dell’inserimento nella scuola elementare verrà allontanato dai suoi compagni e dal suo? territorio ? Tutti concordiamo sul fatto che non debbano esistere scuole ghetto, ma forse gli immigrati non dovrebbero essere meglio integrati e non esistere quartieri ghetto?
Probabilmente accadrà che molti bambini stranieri non ottempereranno “all’obbligo scolastico” (non più diritto-dovere) .
Per quanto riguarda il potenziamento della lingua italiana ,(cosa buona e giusta) ma a costo zero ,come si concilierà con i tagli agli organici e ai fondi delle scuole?
Tutto questo non porterà un domani molto prossimo a forti tensioni sociali? , Certamente chi “ dall’alto,” democraticamente, decide tutto per noi, saprà anche darci risposte rassicuranti in grado di prolungare il letargo delle nostri menti
Angela Caputo